La giornata mondiale dell’alimentazione è una ricorrenza che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 16 ottobre per ricordare l’anniversario della data di fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, comunemente conosciuta come FAO, istituita a Québec (Canada) il 16 ottobre 1945.
Quest’anno in tale occasione, l’ISS (istituto superiore di sanità) ha pubblicato il seguente lavoro:
“Solo il 5% degli italiani segue la dieta mediterranea in modo completo”
Sono soprattutto donne, ‘under 40’, studenti, disoccupati e vegetariani; scarsa aderenza invece da parte di chi lavora. I dati sono quelli dell’indagine Arianna (aderenza alla dieta mediterranea) condotta dall’Istituto superiore di sanità e pubblicati recentemente sulla rivista “Frontiers in Nutrition”.
”Oggi l’aderenza alla dieta mediterranea è sempre più bassa – sottolinea Marco Silano, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss – La recente letteratura scientifica, infatti, mostra un generale allontanamento dai modelli alimentari tradizionali nelle popolazioni mediterranee, compresa quella italiana, e un’aderenza alla dieta mediterranea da bassa a moderata nei Paesi del Mediterraneo negli ultimi 10 anni. Con i fenomeni dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, infatti, si è assistito a una vera e propria transizione nutrizionale – ricorda – caratterizzata da un discostamento sempre più evidente da tale modello dietetico e, al contempo, un “occidentalizzazione delle abitudini alimentari“.
Donne e under 40 e vegetariani seguono più la dieta
All’indagine hanno partecipato di 3.732 adulti volontari, di cui l’87,7% (3.273) donne e il 71,3% di queste tra i 17 e i 40 anni d’età. La maggior parte degli intervistati (83,8%) mostrava un’aderenza moderata alla dieta mediterranea, mentre l’11,3% addirittura bassa aderenza. Soltanto il 5% riportava un’ottima aderenza. Dalle analisi è emerso che donne, ‘under 40’, studenti o disoccupati, vegani e vegetariani sono i più attenti a seguire questo modello alimentare.
In particolare, per le donne gli esperti ipotizzano che ciò sia dovuto a una maggiore attenzione e a maggiori conoscenze sull’alimentazione rispetto agli uomini, mentre il risultato relativo ai vegetariani e vegani è legato al prevalente o esclusivo consumo di alimenti di origine vegetale, predominanti nel modello mediterraneo. L’aderenza alla dieta mediterranea è particolarmente scarsa da parte di chi lavora, a tempo pieno e parziale, in quanto trascorrendo più tempo fuori casa ha meno momenti a disposizione per la preparazione dei pasti.
I capisaldi della dieta mediterranea
La dieta mediterranea è un modello alimentare, basato su varietà e stagionalità, caratterizzato da un elevato apporto di frutta e verdura, cereali (specie se integrali), legumi, olio d’oliva e frutta secca; da un moderato consumo di pesce, carne bianca, uova, latte e derivati e, infine, da un consumo limitato di carne rossa, carne processata e dolciumi. Il modello mediterraneo si accompagna anche ad abitudini e stili di vita caratterizzati da convivialità, frugalità e condivisione dei pasti, rispetto per il territorio e la biodiversità, stretto legame tra produzione delle materie prime e tradizione.
Come ricorda la FAO, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale, sancito a livello internazionale. Assicurare unicamente un’adeguata assunzione energetica per la sopravvivenza non è sufficiente. Riconoscere tale diritto, infatti, implica anche garantire un’alimentazione bilanciata, caratterizzata da un’ampia varietà di alimenti, facilmente accessibili e sicuri, in grado di fornire tutti i nutrienti necessari.
Le disuguaglianze alimentari e la ‘fame nascosta’
Tuttavia, oggi nel mondo circa 2,8 miliardi di persone non hanno accesso ad un’alimentazione adeguata ai propri fabbisogni per condurre una vita in salute. Una delle più grandi sfide del nostro tempo è rappresentata dalla coesistenza di varie forme di malnutrizione. Negli ultimi decenni si è assistito ad un rapido incremento della malnutrizione per eccesso, con la conseguente crescente insorgenza di malattie croniche non trasmissibili e mortalità per tutte le cause. Infatti, in tutto il mondo, circa 2,5 miliardi di adulti e 37 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono in sovrappeso. D’altro canto, alla luce del delicato momento storico dettato dai conflitti armati in corso, il numero di persone afflitte da privazione cronica di cibo è in aumento, tanto che la malnutrizione per difetto rappresenta ancora oggi un problema drammatico. Al contempo, si registrano circa 1,6 miliardi di donne e bambini che soffrono della cosiddetta “fame nascosta”, una terza forma di malnutrizione per carenza di micronutrienti (vitamine e minerali) che, sebbene non risulti così evidente come le prime due, impedisce di condurre una vita sana”.
Bibliografia e fonti delle immagini